XXI edizione // 31 luglio - 1 2 3 agosto 2024

Genesi di una battaglia (Parte II)

di Behoram Uallas Fortebraccio Veregrense

Abbiamo concluso l’articolo precedente introducendo il duca Ariulfo, protagonista della nostra storia. Ariulfo (nome che significa lupo dell’esercito) nel 591 succedette come duca a Faroaldo I (che significa vecchio della Fara* o capo della Fara*). Descritto come un uomo possente dallo spirito battagliero, Ariulfo iniziò subito una campagna militare per espandere i territori Longobardi a scapito dei Bizantini.

Il suo primo obiettivo è il cosiddetto “corridoio Bizantino”, ovvero una stretta fascia di terra rimasta in mano ai Romani d’oriente che permetteva il collegamento tra Ravenna e Roma, tagliando così in due il regno Longobardo. Come primo passo della sua strategia espansionistica, Ariulfo attacca il versante umbro del corridoio, occupandone una parte. All’inizio dell’estate del 592 erano già state conquistate le città di Perugia, Todi, Bomarzo, Sutri, Amelia, Orte e altre città minori. Dopo di che con il suo esercito iniziò a marciare verso Roma.

Corridoio Bizantino

Temendo la minaccia Longobarda, il neo eletto Papa Gregorio Magno chiese aiuto all’Esarca ma nessun esercito giunse da Ravenna. Vista la situazione, Gregorio iniziò una trattativa con il duca che si concluse con il pagamento di un tributo da parte del Papa affinché Ariulfo rinunciasse ad assediare Roma. L’iniziativa di pace di Gregorio non piacque all’esarca che voleva continuare la guerra. Così i Bizantini, nonostante fossero già impegnati contro i Longobardi nella zona adriatica, decisero di approfittare della momentanea “stasi” generata dalla tregua e dalle successive trattative del papa, attaccando anche lungo il corridoio bizantino. Ciò portò alla riconquista di alcuni dei territori persi in precedenza e alla fortificazione dei Bizantini all’interno delle mura di Camerino, in territorio marchigiano.

Vista la ripresa delle ostilità da parte dell’Esarca bizantino Callinico, Ariulfo mosse i suoi guerrieri verso Camerino e attraverso l’altopiano di Colfiorito - dove oggi si svolge il Montelago Celtic Festival - penetrò nel Picenum Suburbicarium, come veniva chiamata la zona nel VI-VII sec. La battaglia di Camerino che ne seguì vide la sconfitta dei Bizantini e l’occupazione della città da parte delle truppe Longobarde occupò.

Battaglia di Montelago

Se le cronache sulla battaglia di Camerino sono scarse, Paolo Diacono ci tramanda un fatto prodigioso avvenuto durante quello scontro, ovvero l’apparizione di San Savino in aiuto al duca longobardo durante la battaglia. Nell’Historia Langobardorum leggiamo:

L'anno seguente, nel 601, morì il Duca di Spoleto Ariulfo che era succeduto a Faroaldo. Ariulfo aveva combattuto vittoriosamente contro i Romani a Camerino, questi chiese ai suoi uomini chi fosse quel guerriero che aveva visto combattere vicino a lui con tanto valore, i suoi uomini gli risposero di non aver visto nessuno combattere meglio del loro Duca, ma Ariulfo ribatté d'aver visto uno ben migliore di lui e che questo, ogni volta che un nemico lo minacciava con le armi, quest'uomo valoroso sempre lo difese con lo scudo. Tempo dopo, Ariulfo si recò a Spoleto ove si trova la basilica che custodisce il corpo del beato Sabino. Il Duca chiese di chi fosse quel grande edificio, i fedeli gli dissero che era dedicato a Sabino martire e che ne custodiva il corpo, e che quello era il martire che i cristiani invocavano perché li proteggesse quando andavano in guerra, perché accorresse in loro aiuto. Ariulfo, che era ancora pagano, commentò: «Ed è possibile che un morto porti aiuto ad un vivo?». Detto ciò, balzò da cavallo ed entrò nella basilica per visitarla, qui, mentre gli altri pregavano, si mise a guardare meravigliato le pitture e vedendo la figura del martire Sabino affermò, giurandolo, che l'uomo che lo aveva protetto in guerra assomigliava, nelle forme e negli abiti, a quello raffigurato. Così si capì che fu il beato martire Sabino a portare aiuto al Duca in battaglia.

A seguito di questo fatto Ariulfo divenne un fervente seguace di San Sabino e fece edificare diverse chiese. Ma questa è un’altra storia.

La Battaglia rievocata al Montelago Celtic Festival

Rievocazione battaglia Montelago

Come già detto in precedenza non abbiamo una cronaca della battaglia di Camerino, non sappiamo nemmeno se fu un assedio o una battaglia in campo aperto. Ma nel caso fosse stata uno scontro campale, i luoghi più probabili per lo scontro sarebbero stati l’altopiano di Colfiorito o l’imbocco di Serravalle di Chienti, che con le sue strette gole avrebbe fornito una posizione di vantaggio ai difensori. Nel realizzare la battaglia all’interno del festival abbiamo deciso di rievocare uno scontro in campo aperto, dove per scopo didattico è più facile mettere in atto le dimostrazioni delle tecniche militari dell’epoca come i vari tipi di formazione (il muro di scudi, la formazione a riccio, quella a cuneo) o lavorare sulle consuetudini presenti in quella società “eroica” come il duello iniziale tra i campioni (che a volte poteva evitare la battaglia vera e propria).

La genesi della “battaglia di montelago” finisce qui, ma non il nostro viaggio attraverso i tempi barbarici, nei prossimi articoli presenteremo altri dettagli sul mondo Longobardo, attraverso le “voci” dei nostri amici che fanno parte della meravigliosa famiglia del campo storico. Parleremo di lingua, di musica e di medicina, per portarvi in quell’epoca di mezzo che non fu affatto buia come si suol credere.

 

3 Libri Essenziali consigliati:

"I Longobardi. Un popolo alle radici della nostra Storia " di Elena Percivaldi - Edizioni Diarkos 2020 "Italia longobarda.

Il regno, i Franchi, il papato" di Stefano Gasparri - Edizioni Laterza 2016

"Historia Langobardorum" di Paolo Diacono VIII sec d. C. - varie edizioni tradotte in italiano

(Nelle foto momenti di rievocazione della "Battaglia di Camerino" al Montelago Celtic Festival)

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